giovedì 7 marzo 2013

Mies van der Rohe

Una delle Esposizioni Universali più famose e citate quando si parla di storia del design è sicuramente quella del 1929, tenutasi a Barcellona.

Fu per quest'occasione che Mies van der Rohe costruì il Padiglione Tedesco, poi rimasto noto come il Padiglione Barcellona, sintesi di tutte le più ardite novità che caratterizzarono da allora in poi architettura e design.



Ciò che balza subito all'occhio ad un visitatore di passaggio è il perfetto accostamento di materiali classici, come il travertino e di materiali innovativi come l'acciaio

E la presenza dell'acqua, che sembra scorrere dall'esterno all'interno come un fiume sottorraneo e che riflette le forme sinuose della scultura "Mattino", unico elemento che spezza la rigidità delle forme geometriche del Padiglione.

Le enormi pareti di marmo, onice e vetro creano nuove scenografie caratterizzate da una pianta libera e scandite da rette parallele che dilatano lo spazio e lo rendono fluido ed accogliente.



La struttura è retta da pilastri sottili che donano una sensazione di pulizia e leggerezza, mentre i setti non portanti che scandiscono gli spazi fungendo da elementi divisori, sono posizionati in modo da dare un senso di continuità tra interno ed esterno.


Tutto evoca precisione, equilibrio, materiali pregiati. 
Funzionalità e minimalismo.



1 commento:

  1. grande protagonista della scena la poltrona Barcelona, ispirata all'antico sedile curiale romano, che nella colta rivisitazione di Mies diventa uno scranno regale di algida austerità e di minimale essenzialità, pensato per accogliere i reali di Spagna in visita all'Esposizione Internazionale.
    http://www.artonweb.it/pillole/articolo10.htm

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